Il crepuscolo degli idoli Lettura di 3 minuti

Goethe

Goethe. Non è un avvenimento tedesco, ma europeo: è un grandioso tentativo di superare il secolo XVIII mediante un ritorno alla Natura, mediante un innalzarsi alla naturalezza del Rinascimento, una specie di superamento di sé da parte di questo secolo.

Egli ne portò in sé gli istinti più forti: la sensibilità, l'idolatria della Natura, l'elemento antistorico e antiidealistico, l'elemento irreale e il rivoluzionario, (quest'ultimo è solo una forma dell'irreale). Egli chiamò in aiuto la storia, le scienze naturali, gli antichi, nonché Spinoza, e soprattutto l'attività pratica: si circondò di orizzonti chiusi: non si staccò dalla vita ma ci si mise dentro: non fu pusillanime ma prese su di sé, assunse in sé, tutto ciò che fu possibile. Ciò che egli volle, fu la totalità; combatté la separazione della ragione dalla sensualità, dal sentimento, dalla volontà (separazione predicata nella più scoraggiante scolastica da Kant, l'antipodo di Goethe); egli disciplinò se stesso alla totalità, egli creò se stesso... Goethe fu, in mezzo a un'epoca dai sentimenti irreali, un realista convinto; egli disse di sì a tutto ciò che su questo punto era affine a lui, egli non conobbe nessun avvenimento più grande che quell'ens realissimum, chiamato Napoleone. Goethe concepì un uomo forte, di alta cultura, abile a tutte le cose del corpo, tenente in freno se stesso, rispettoso di se stesso; un uomo che osasse concedersi tutta la vastità e la ricchezza di ciò che è naturale e fosse abbastanza forte per questa libertà; l'uomo che è tollerante non per debolezza ma per forza, perché sa usare a proprio profitto anche ciò di cui perirebbe una natura mediocre; l'uomo per cui non c'è più nulla di vietato, tranne la debolezza, si chiami questa vizio o virtù... Un simile spirito, diventato libero, sta con un fatalismo gioioso e fiducioso in mezzo al Tutto, con la credenza che solo la cosa isolata è riprovevole, che tutto si risolve e si afferma nel Tutto, — egli non nega più. Ma una simile fede è la più alta di tutte le fedi possibili: io l'ho battezzata col nome di Dioniso.


Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli (1888). Scorrerie di un inattuale — paragrafo 49.

Simone Sala