ControcieloControcielo Lettura di 2 minuti
La pelle dello spettro
Trascino la mia speranza con il mio sacco di chiodi,
trascino la mia speranza strangolata ai tuoi piedi,
tu che ancora non sei,
e io che non sono più.
Trascino un sacco di chiodi sul greto del fuoco
e salmodio tutti i nomi che ti darò
e quelli che non ho più.
Sulla chiatta marcisce lo straccio
in cui palpitava la mia vita;
tutte le assi sono state inchiodate,
è marcito sul suo pagliericcio
con i suoi occhi che non potevano vederti,
le orecchie sorde alla tua voce,
la pelle troppo sozza per sentirti
quando lo sfioravi,
quando trascorrevi in vento di malattia.
E ora ho scuoiato via il marciume,
e interamente bianco vengo a te,
la mia nuova pelle da fantasma
già freme alla tua aria.
René Daumal, Controcielo (1936). La pelle dello spettro.