Delitto e Castigo Lettura di 4 minuti

Socialisti

«Sai, amico mio, che dopo la serata di ieri, da te, la testa mi... mi sento davvero a pezzi», fece ridendo a Razumichin, con tutt'altro tono rispetto a prima.

«Be', vi siete divertiti? Io sono dovuto andar via nel momento più interessante... Chi è che ha avuto la meglio alla fine?»

«Ma chi vuoi che abbia avuto la meglio, siamo finiti a parlare delle eterne questioni è rimasto tutto fra le nuvole!»

«Pensa, Rodja, sa di cosa si è parlato ieri sera: se esiste o no il delitto. Te l'avevo detto che avevano iniziato a spararle grosse!»

«Ma che c'è di strano, è una normalissima questione sociale», rispose Raskol'nikov con aria distratta.

«La questione non era formulata così», fece notare Porfirij.

«È vero, non era esattamente così», ne convenne Razumichin, accalorandosi subito come era suo solito, «ascolta, Rodion, ascoltami e dimmi cosa ne pensi. Ci tengo. Ieri, mi sono fatto in quattro, con loro, e ti aspettavo proprio, avevo detto che saresti venuto... Eravamo partiti dalle posizioni dei socialisti. Quello che dicono è noto: il delitto è una protesta contro l'ingiustizia dell'ordine sociale, punto e basta; altre motivazioni per loro non ce ne sono, è tutto qua!» «Ma non è così!» gridò Porfirij Petroviĉ. Sembrava preso dalla cosa e più guardava Razumichin più si divertiva, cosa che a sua volta suscitava la reazione di questi.

«Invece è proprio così!» lo interruppe con irruenza Razumichin. «Loro altre motivazioni non ne ammettono!... Te lo posso dimostrare con i loro libri: per loro tutto dipende dall'ambiente che corrompe, da nient'altro! È la loro frase preferita! Per questo, secondo loro, se si organizza correttamente la società, scompariranno subito i delitti, perché non ci sarà più ragione di protestare e tutti in un istante diventeranno probi. La natura non viene minimamente presa in considerazione, viene bandita, la natura per loro non esiste! Per loro non è l'umanità che sviluppandosi in modo vivo nella storia, attraverso il cammino della vita, fino in fondo, si trasformerà finalmente, da sola, in una società giusta; per loro invece il sistema sociale, balzando fuori da chissà quale mente matematica, metterà subito ordine in tutta l'umanità, e in un istante la renderà proba e senza peccato, prima che si realizzi un processo vivo, che si realizzi un percorso storico e vitale! Per questo, istintivamente, odiano tanto la storia: "non ci sono in essa che mostruosità e stupidaggini"; e tutto viene spiegato dando la colpa solo alla stupidità! E per questo non amano il processo vivo della vita: non hanno bisogno di un'anima che sia viva! L'anima viva necessita di vita; l'anima viva non obbedisce alla meccanica, l'anima viva è sospettosa, l'anima viva è retrograda! Mentre la loro anima, anche se puzza di morto — sembra fatta di gomma! — non ha vita, non ha volontà, è asservita, non si ribella! E alla fine il tutto si riduce alla maniera in cui si mettono i mattoni e si dispongono corridoi e stanze nel falansterio! Magari il falansterio sarà pure pronto, ma è la natura che non è ancora pronta per il falansterio; essa vuole la vita, non ha finito il suo processo vitale, è presto per il cimitero! Non si può scavalcare in un salto la natura solo con la logica! La logica può prevedere tre casi, ma di casi ce n'è un milione! Non si può cancellare questo milione e ridurre tutto a una questione di benessere! La soluzione è troppo facile! È tutto d'una chiarezza seducente e non c'è bisogno di pensare! Soprattutto questo, non c'è più bisogno di pensare! Tutto il mistero della vita entra in due fogli a stampa!»


Fëdor Dostoevskij, Delitto e Castigo (1866). Parte terza — sezione 5.

Simone Sala